BONOMI E CELLA: AEDI DELLA CONTEMPORANEITÀ

L’età non è l’unico collante che tiene insieme da tanti anni Corrado Bonomi e Gianni Cella.

Non lo è nemmeno il carattere, così simile quanto a umiltà, auto-ironia, un certo amore per la vita appartata e solitaria e una ritrosia nei confronti del sistema omogeneizzante e tritacarne.

Il lungo sodalizio umano e artistico lo dobbiamo alla loro maestria nel narrare storie, nell’aver scelto di cantare come aedi o buffoni di corte una contemporaneità che è rimasta orfana di racconti. E allora accade che un neo-futurista e un ironico-concettuale, ognuno con il proprio percorso e con le proprie peculiarità, decidano che è più importante essere “eroi delle narrazione” piuttosto che solo “eroi della pittura” o “eroi della figura”… e via discorrendo. 1

1 I Plumcake, collettivo artistico del quale Gianni Cella ha fatto parte fino agli anni 2000, si erano definiti “eroi della pittura”, in quanto la tridimensionalità dei loro lavori non mina la valenza della rappresentazione, donandole, al contrario, concretezza e intuitività. Prendo dunque in prestito questa espressione, mettendo l’accento non tanto sul discorso formale, quanto sulla similarità sostanziale del lavoro di Corrado Bonomi e Gianni Cella, indipendentemente dalle tecniche utilizzate o dalle differenze stilistiche dovute all’appartenenza di due gruppi artistici diversi, seppur accomunati dell’eclettismo dell’epoca.